Le occasioni di portare la danza nel quotidiano non sono mancate in questa calda estate: ci siamo mosse tra la prima collina, gli orti urbani e alcune piazze della città di Bologna, coinvolgendo allievi della scuola Spaziodanza MUVet, cittadini e cittadine di tutte le età in laboratori, performance partecipate e diffuse sul territorio in maniera capillare.
Dopo la ripresa di maggio, iniziata con i luminosi contributi video (assoli in relazione al paesaggio urbano e naturale raccolti nel nostro canale Youtube e il progetto “Lucht”, tra i primi cinque classificati al concorso Dancin’Bo 2021) ci siamo “infiltrate” in diversi luoghi della città, riscoprendo angoli nascosti e il piacere di danzare insieme.
Abbiamo portato la danza classica sotto i portici di San Luca e nelle piste di pattinaggio, la danza contemporanea in collina sperimentando nuove posture ed equilibri; l’hip hop è tornato alle sue radici, in strada, lo yoga e il Pilates si sono trasferiti sotto gli alberi, per radicarsi meglio… anche i più giovani hanno partecipato a laboratori outdoor, in cerca di un rinnovato rapporto con lo spazio pubblico, che è di tutti, soprattutto dei bambini e delle bambine.
Il desiderio di vivere la città, di abitare parchi, giardini e piazze non solo come spazi da attraversare, ma recuperandone la funzione sociale, aggregativa e di trasformazione (l’aria della città ci rende liberi!), ci ha guidate nell’ideare le proposte per gli appuntamenti estivi.
Inosservanza
Come abitare artisticamente un luogo e restituirlo alla città offrendo punti di vista poetici su di esso? Come indagare le potenzialità di un sito storico circondato da un bosco a pochi minuti dal centro, facendoli dialogare con linguaggi artistici e persone di età diverse, provando così a modificare alcune abitudini di fruizione della prima collina?
L’esperienza di Villa Aldini condivisa con Archivio Zeta, ZOO e Villa Ghigi per il progetto ancora in corso Inosservanza, promosso dal Comune di Bologna, è partito proprio da queste domande. A cui non abbiamo dato una risposta univoca, ma proposto dei sentieri ancora tutti da percorrere (in arrivo laboratori passeggiate e conversazioni: Percorsi e discorsi sul camminare previsti per il 19 e 26 settembre).
Con Virgilio Sieni e Delfina Stella abbiamo avviato i lavori tra corpo e spazio, muovendoci tra pratica e teoria con una “lezione sul gesto” aperta a tutti i cittadini, basata sulla concezione di spazio tattile, di un contatto “a distanza” ma profondo e risonante con l’altro e l’ambiente, e presentando il testo “Progettare scalzi” (Maschietto editore).
A fine giugno la collina dell’osservanza si è popolata di giovanissime esploratrici della relazione tra spazi interni ed esterni al sé, dell’incontro piacevole e leggero con l’altro, delle narrazioni possibili e delle rappresentazioni di volti, anatomie, vedute ampie. Tutto questo è stato il laboratorio estivo Corpo/Paesaggio che ha coinvolto dieci adolescenti in un percorso di scoperta del movimento del proprio corpo in crescita, l’osservazione dei luoghi dentro al corpo, la costruzione di terrari come mondi in miniatura, e l’accordo con la natura rigogliosa a un passo dalla città.
La fotografia (vedi qui un album completo a cura di Sonia Maccari) e il disegno – a cura dell’illustratrice Rita Cedarmas – ci hanno accompagnate, documentando per immagini un percorso stratificato e in evoluzione, come sono le vite giovani e pulsanti delle protagoniste del laboratorio.
#ConTantoAgio
Anche la rassegna #ConTantoAgio, progetto di danza diffusa pensata per Bologna Estate 2021 e realizzato nella prima metà di luglio, tra i Quartieri Santo Stefano, San Donato e Savena ,è nata dall’intenzione di stare fuori e condividere “gesti di bellezza” con quante più persone possibile.
In particolare la performance Desiderata è stata una ricerca sull’essere spettatori della danza contemporanea. Francesca Antonino e Silvia Berti si sono interrogate e hanno raccolto moltissime voci disparate sul tema, costruendo un’azione che lascia al pubblico spazio di riflessione sul cosa muove il loro desiderio e interesse oggi di fronte a uno spettacolo.
I laboratori negli orti urbani (“Leggere mossi” e “All’orto con il nonno” a cura di Gaia Germanà e Daina Pignatti) hanno portato giovanissimi e più maturi danzatori in zone inesplorate della città, mettendo in relazione il corpo, la parola, l’albo illustrato, e il movimento alla bellezza di paesaggi urbani colorati.
Infine le proposte di improvvisazione tra danza e musica, oltre a mettere in luce i luoghi attraverso il movimento e un uso insolito delle architetture, hanno condotto il pubblico a riflettere sul proprio ruolo, ingaggiando sguardi e azioni per innescare dispositivi coreografici estemporanei. Con Mosso del Collettivo Laagam e Minus (qui un video a cura di Archivio Zeta), Corpo acustico e Corpo elettrico si è puntata l’attenzione sulla relazione tra suono e movimento, mettendo il pubblico nella condizione di interrogarsi su come vogliamo essere spettatori.
La ricerca di MUVet continua tra didattica, performance, comunità in relazione alla città e ad arti e discipline diverse.
Ci vediamo a settembre, migrando verso l’autunno…