ll 16 e 17 novembre 2024 presso la sede operativa di MUVet, il nostro spazio danza, si è svolta la prima edizione di “Con tutto il corpo a scuola”, laboratorio rivolto a venti insegnanti, educatrici ed educatori, persone che si occupano di formazione in vari contesti, tra scuola Primaria, dell’infanzia e Nido. Al centro il tema del corpo, la sua possibilità di apprendere in movimento, assumendo una postura educativa dinamica, in continua evoluzione.
Per MUVet questa è stata una delle azioni di coda – ma forse una delle azioni più intense – di ComBO! comunità educanti Bologna un progetto di Archilabò selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
ComBO! ci ha permesso di incontrare tantissime persone, co-progettare interventi educativi e culturali che ricorrono a linguaggi espressivi differenti, come il laboratorio “Leggere mossi” (che fa incontrare albi illustrati ad adulti/e e bambini/e tra i 3 e i 6 anni attraverso la danza) e “Canopea” – di cui abbiamo realizzato un video/riassunto – che porta negli spazi del patrimonio artistico e paesaggistico della città una comunità intergenerazionale, accompagnata dal suono di Laura Agnusdei:
Oltre a incontrare le istituzioni cittadine e i partner della rete bolognese, con cui abbiamo creato una stretta connessione, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare esperienze e punti di vista con personalità del mondo della scuola come Franco Lorenzoni. A ottobre 2024 ha – infatti – condotto a MUVet una lezione (di cui qui un report dettagliato) che ci ha aperto una visione già ampia di educazione e cittadinanza, ragionando sul tema del confine, in uno scambio buone prassi molto ricco e agito, dove ci siamo messe in gioco sul territorio dell’essere insegnanti, dell’essere una comunità che educa.
“Verso dove vogliamo andare?”- ci siamo chieste. E anche: “da dove ripartiamo?”.
Le due giornate di laboratorio Con tutto il corpo a scuola ripartono da e vanno a incontrare alcune urgenze e convinzioni che sentiamo da tempo e abbiamo riconosciuto anche in due testi-guida come “La scuola è un posto bellissimo!” e “Lo spazio non è neutro” che trattano rispettivamente di una scuola del fare e di un abitare lo spazio urbano e culturale attivamente. Questi testi sono diventati per noi degli slogan, dei cartelloni, come quelli che si facevano alle occupazioni, o quelli che mostriamo in piazza, nelle manifestazioni. Abbiamo inoltre attinto alla letteratura di ricerca degli anni ’70 (un quaderno del Movimento di Cooperazione Educativa in particolare) che trattava di scuola e innovazione, ritrovando nelle pagine di “A scuola con il corpo” temi e pratiche che suonano d’avanguardia oggi.
Mosse da queste parole, cosa abbiamo fatto dunque? Le due giornate di lavoro si sono articolate attorno a questi temi:
- lo spazio che possiamo trasformare: come si può modificare il luogo dell’apprendimento? Ovvero: “i mobili sono mobili”;
- il corpo che siamo e possiamo mutare ogni giorno nel nostro apprendere, ovvero: re-infiliamoci nel nostro corpo e trasformiamoci;
- il contatto e la prossimità come mezzo primario di comunicazione: incontrare l’altro, ma come?;
- la relazione attiva e il piacere di fare assieme e pensare collettivamente, ovvero: la “cura delle relazioni”.
Corpi e pensieri, paure ed entusiasmo, immaginazione e azione, cura e gioco. Sono tutte parole dell’educare e dell’apprendere, temi trasversali nel mestiere dell’insegnante (ma anche del genitore, dell’educatore, dell’educatrice…). Essere in relazione, aprire spazi di possibilità e di libertà di espressione, essere un riferimento che non deve manipolare ma suggerire una strada, indicandone mille altre come perseguibili. Difficile.
Come difficile è il mondo dell’infanzia: la sua complessità è stato un altro dei temi trattati nel laboratorio, complessità che tanti albi illustrati e fotografici ci raccontano poeticamente. Tra tutti segnaliamo: “Stavo pensando” e “Bambini nascosti” proprio a sottolineare quella relazione dinamica tra essere grandi ed essere bambini in abiti adulti. Giochiamo a nasconderci a volte, altre volte vorremmo condividere la bellezza del percepire e del conoscere attraverso i sensi, ma non ne abbiamo più il tempo…
Far dialogare e incontrare mondi diversi, questa molteplicità ci è sembrata una chiave, una delle risposte al nostro cercare. Ma è solo l’inizio di una ricerca dove il corpo è lo strumento primario di indagine in una scuola ampia e dalle pareti sottili che sfocia nella vita, nella città e nel mondo.
Se “ognuno cresce solo se sognato” – scriveva Danilo Dolci – anche la scuola e noi cresciamo solo se sognati. Sogniamoci dunque e insegniamo a sognare, a immaginare e trasformare. “Cambiare le abitudini del corpo è un mezzo per cambiare le abitudini mentali e viceversa cambiare le attitudini mentali certamente modifica le attitudini fisiche” scriveva tanti anni fa Mabel E. Todd in The Thinking Body.
Facciamo nostri questi insegnamenti e che questa esperienza di formazione e di scambio cresca e si allarghi, immaginando un gruppo di ricerca permanente attorno al corpo a scuola. Ne abbiamo tutte e tutti un gran bisogno, per trovare soluzioni, gestire gli imprevisti e opporci a tutte le guerre.
#staytuned #contuttoilcorpo #stopgenocide