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MUVet: uno sguardo aperto su corpo e città

by gaia germanà
04/02/201922/03/2019Filed under:
  • approfondimento
  • danza
  • in primo piano
  • muvet bologna
  • performance

In “Costruire e abitare. Etica per le città” (2018) Richard Sennett sostiene che i luoghi si adattano alle persone che li vivono, si vivacizzano grazie al corpo, capace di modificare ciò che ha intorno. La mescolanza, la varietà di persone caratterizza le città, continuamente ri-create attraverso l’esperienza condivisa dell’abitare. La città è un luogo aperto, in divenire, come un laboratorio del quotidiano, in cui ogni persona porta avanti la sua ricerca, insieme agli altri. 

Da quando è nata, l’associazione MUVet “irrompe” nei luoghi più disparati della città trasformandoli (o mutandone la percezione) attraverso la danza, offrendo esperienze di movimento consapevole e di ascolto amplificato dei luoghi. Porta avanti così la propria ricerca sulla danza che include, ampliando i confini di un’arte che si muove sul terreno comune del corpo e moltiplicando le opportunità di avvicinare pubblici e nuovi potenziali danzatori alle arti contemporanee, in contesti quotidiani che manifestano un alto potenziale estetico.

E’ stato così per #U-Lab e i percorsi “In ascolto_ pratiche condivise tra corpo, spazio, suono”: un contenitore di esperienze e riflessioni in azione nella zona universitaria di Bologna che ci ha permesso nel 2018 di aprire orizzonti di possibilità artistiche per uno spazio attraversato ogni giorno da tante persone, ma non sempre amato; sarà così nei progetti di “danza diffusa” che proporremo in città, volti alla cura del paesaggio e della comunità. 

Parallelamente alle esperienze bolognesi, MUVet per la stagione 2018/2019 guarda all’Europa, grazie al Festival Oriente Occidente che ha ci ha coinvolti nei percorsi promossi dal CID (centro internazionale della danza) di Rovereto a settembre prima, con Adam Benjamin a ottobre e novembre poi, per il progetto europeo ImPart, presso l’Akademie für kulturelle bildung di Remsheid (Germania). Queste occasioni di incontro e scambio internazionale sono state per noi preziosi momenti di riflessione e pratica, dove far circolare idee e lasciar nutrire i corpi nel fare, e fare insieme. 

Adam Benjamin, pioniere della danza contemporanea accessibile, ha curato una formazione per operatori italiani e una due giorni di incontro/scambio con danzatori. La sua lunga esperienza di insegnante si è manifestata in semplici gesti e proposte accoglienti e precise, nella cornice flessibile del laboratorio di danza. Con grazia e dolcezza Adam ha dimostrato quanto l’improvvisazione possa essere una pratica di riflessività per chi insegna oltre che strumento principe di creazione e invenzione del movimento. Semplici proposte sono distillato di una pratica che mescola gli insegnamenti della tradizione orientale all’esperienza di un corpo che danza la propria storia di cittadino europeo, capace di incontrare l’altro nella sua personale modalità di essere con gli altri nella danza. 

ImPart project, a cui abbiamo preso parte nella sua tappa tedesca, è stata un’esperienza importante per fare il punto sulla ricerca che conduciamo tra danza professionale e disabilità. Confrontarsi con gli altri partner ci ha aperto ulteriori prospettive nella multidisciplinarietà e nella pluralità di linguaggi presenti. Abbiamo sperimentato nel crocevia tra danza, musica e voce per una messa in scena accessibile a tutti. Tanti esperimenti sono stati analizzati, provati, discussi. Una settimana di prossimità con altre ricerche e processi creativi che si muovono in luoghi lontani del mondo ci ha permesso di conoscere il lavoro degli altri e riconoscerci nelle pratiche condotte e condivise.

Impart continua a Firenze in febbraio, a marzo e aprile a Rovereto, con altri gruppi di studio e ricerca condivisi con artisti italiani e internazionali. Noi continuiamo a studiare, cercare, conoscere, danzare per accogliere, imparare, incontrare l’altro e noi stessi nella danza! Non abbiamo molte ricette al momento, ma solo tante domande, che continuiamo a porci e a porvi, in una ricerca tra danza, paesaggio e comunità che condividiamo non solo con chi lavora in ambito artistico, ma con chiunque abbia il desiderio di mettercisi dentro, con tutte le scarpe, ogni giorno. 

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Tagged:
  • comunità paesaggio
  • danza contemporanea
  • Festival Oriente Occidente
  • inclusione

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